A tutti gli studenti e le studentesse dell’IC 2 Udine

Carissimi studenti, carissime studentesse,

in questi giorni avete avuto una sorpresa. Siete “a casa”, e non a scuola con i vostri compagni e le vostre compagne. È un evento eccezionale, lezioni sospese per due settimane!

Forse qualcuno di voi avrà paura, qualcuno si starà chiedendo che cosa stia succedendo. Ed è comprensibile: è una situazione nuova quella con cui vi trovate a che fare, diversa.  Nuova anche per noi, per le vostre famiglie, per i vostri genitori, per le docenti e i docenti. Probabilmente la ricorderete (e la ricorderemo) per tutta la vita. Ma non deve farvi paura. Voi non siete un “prodotto” della situazione che vivete, siete un prodotto delle vostre decisioni. E voi, tutti voi, potete decidere. Anche i più piccolini e le più piccoline. Decidere di non avere paura: un medico, molto più esperto di me, vi ha scritto una lettera, ricca di suggerimenti, perché il buio della paura non vi inghiotta, per aiutarvi a capire che la paura che sentite riguarda una minaccia che ha pochissime probabilità di riguardare la vostra vita e che tutto il mondo, proprio per evitare che questo accada, oggi si sta dando da fare per evitare che questa infezione (da cui si guarisce!) si diffonda. Invito voi e chi vi sta accanto a leggerla, insieme, questa lettera. La trovate qui: https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_23/caro-bambino-ecco-perche-coronavirus-ci-fa-tanta-paura-ma-tu-non-devi-temere-13e9f8c8-5636-11ea-b447-d9646dbdb12a.shtml. Ricordate che tutto ciò che non si conosce ci spaventa: ma la conoscenza è l’arma più forte nello sconfiggere la paura.

Potete decidere, con le opportune precauzioni, di continuare a vivere serenamente. Decidere di essere responsabili: nel seguire le indicazioni che il Ministero ci ha dato (le trovate qui: Nuovo coronavirus – Dieci comportamenti da seguire; le troverete nelle vostre aule quando ritornerete a scuola), responsabili nel seguire i consigli dei vostri genitori e dei docenti e delle docenti che di voi si prendono “cura”, con affetto e con dedizione. Anche ora, anche “da lontano” pensano a voi, alla vostra preparazione, alla vostra salute, ai vostri esami (pensate… tra di voi, c’è chi affronterà a giugno, tra pochissimi mesi, il primo esame della sua vita! Una tappa importantissima!).

E, sulle vostre spalle (eh, sì, sulle spalle di tutti voi, anche dei più piccini e delle più piccine), grava una responsabilità enorme. “Ma come – mi direte! – una enorme responsabilità sulle nostre esili spalle? Non siamo troppo piccoli per grandi responsabilità?”

E invece no: c’è qualcosa di cui siete responsabili soprattutto voi. Tutti e tutte. Dai più piccolini e dalle più piccoline della primaria, fino ai più grandicelli e alle più grandicelle della secondaria. E questo qualcosa è… il ritorno alla normalità, alla quotidianità. “Ma che cosa mai pretenderà la dirigente da noi? Che cosa mai ci starà chiedendo?”. Presto detto. Vi chiedo di tornare alla vostra quotidianità, a ciò che per voi è un dovere, ma è anche, e soprattutto, un diritto: lo studio.

Immagino già la faccia di qualcuno di voi. “Lo studio?” Sì, ragazzi e ragazze. Proprio lo studio. Perché lo studio è la vostra vita quotidiana. Ed è lo studio che sconfigge la paura. Chissà… tra di voi un domani ci saranno medici, studiosi/e, ricercatori e ricercatrici che troveranno cure e vaccini per le più gravi malattie. O, semplicemente, ci saranno cittadini e cittadine responsabili, a prescindere dalla professione. Ma è lo studio che vi aiuterà a diventare quello che sarete e quello che vorrete.

Per questo vi prego: approfittate di questa pausa per studiare, con tempi più distesi magari, senza la sveglia al mattino presto, senza “correre” a scuola, con la paura che la Dirigente o la referente di plesso vi rimproverino perché siete arrivati di nuovo in ritardo (noi speriamo in una scuola in cui tutti gli studenti siano puntuali… e prima o poi ce la faremo!). Studiate, anche con qualche amico/amica, o, per chi può, approfittando della presenza di un genitore o di un fratello/sorella. Lo studio, è vero, non è tutta la vostra vita (che è fatta di tanto altro), ma è, della vostra vita, una parte importante. Anzi: è il “motore” che deciderà la strada che la vostra vita prenderà. Perciò  studiate: con “leggerezza”, vedendo lo studio come un vostro amico e alleato. Studiate: “con gioia”, come ci siamo detti in alcune occasioni in cui ci siamo incontrati, perché chi studia con gioia studia meglio e più facilmente. Studiate: “con meraviglia”, facendovi domande e ponendo dubbi giacché dalle domande nasce la conoscenza. Studiate: per tornare alla vostra vita, per prepararvi alle prove, per sconfiggere la paura di quel che non conoscete. Studiate alternando lo studio alla musica, alla lettura di un libro, a una passeggiata. Avete tempo. Decidete di studiare. Non per le vostre famiglie, non per i docenti, ma per voi. Perché studiare è, come vi ho scritto, una responsabilità che ricade su di voi. Forse è la prima responsabilità che ricade su di voi. Un domani ne avrete tante altre: ma – fidatevi – se oggi vi assumerete la responsabilità di studiare, riuscirete ad assumervi tutte le responsabilità che nel futuro ricadranno su di voi.

Le maestre, i maestri, le professoresse e i professori hanno avuto cura di voi e si son dati da fare per preparare del materiale e dei “compiti” (non troppi!) da svolgere in questi giorni: qualcuno li troverà allegati al registro elettronico, qualche altro li riceverà via e-mail o per altro canale. Sono sicura che li riceverete tutti. I docenti e le docenti “ci sono”, “ci sono”, con voi, se pur a distanza, e per voi.

In queste giornate “eccezionali” e “indimenticabili”, vi chiediamo di essere responsabili di voi stessi, della vostra preparazione, del vostro futuro.

Io, insieme con i vostri maestri e maestre, con i vostri proff. (come li/le chiamate), scommettiamo su di voi e siamo sicuri che non ci deluderete. Soprattutto, non deluderete voi stessi.

Come recita un proverbio russo, “studiare è luce; non studiare è oscurità”. E noi contiamo sul fatto che voi, nostri alunne e nostri alunni, possiate scegliere la luce.

Con affetto,

La vostra dirigente